subprime

Un altro disastro Subprime in arrivo?

Molte persone, accade anche durante il nostro Corso “Think Rich & Be Richmi chiedono come avevo fatto a prevedere la crisi finanziaria nell’autunno del 2008, quella dei subprime.

La risposta in realtà è piuttosto semplice. Il segreto risiede nel fatto che, seguo molto da vicino e spendo molto per sapere nel dettaglio quanto accade in alcuni Paesi e tra questi annovero certamente gli Stati Uniti.

Questo mi ha permesso a suo tempo di notare che, per la prima volta dai tempi della grande depressione, i prezzi delle case e le insolvenze sui mutui erano in aumento prima di un evidente calo dell’occupazione. In pratica, notai che i problemi del settore immobiliare non derivavano dall’economia reale.

In altre parole, le persone non stavano perdendo la loro casa perché avevano perso il posto di lavoro, ma stavano perdendo il lavoro perché non potevano permettersi di pagare la loro casa. Ero anche ben consapevole di quella che è una delle lezioni più importanti del buon senso prima ancora che della finanza: più diventano semplici e scarsamente oggettivi i criteri di affidamento, maggiori saranno le perdite che chi concede insensatamente credito finirà per avere.

Analizzando quanto sopra capii quindi che, al di là di ogni dubbio, con quel tasso continuo di default sui mutui, il mercato immobiliare stava per crollare e che le perdite derivanti dai mutui subprime, vista la quantità e l’estensione di istituti e banche coinvolte, sarebbero state molto molto più grandi di quanto si potesse prevedere.

Tutto questo potrebbe accadere nuovamente? Quale potrebbe essere la nuova miccia? Oggi, per quanto possa apparire incredibile, uno scenario del tutto simile si sta sviluppando negli States… nel finanziamento per l’acquisto delle auto.

Lascia che ti spieghi cosa sta succedendo.

L’unico modo sicuro per prestare soldi a qualcuno che ha già fallito o che è completamente al verde è far si che lo Stato garantisca per quel prestito. Questo spiega ad esempio perché credito e prestiti agli studenti (da 500 a 1.100 miliardi dollari) hanno continuato ad espandersi in America da quel famoso 2008… perché sono garantiti dal governo. Può sembrare incredibile ma milioni di giovani negli States oggi hanno capito che finché sono ufficialmente al college, possono continuare a finanziare tutte o gran parte delle loro spese personali facendo debiti. Se poi non pagano, nulla di male, il problema diventa dei contribuenti!

Parallelamente, le persone hanno trovato una sola altra strada per ottenere credito: acquistare un’auto.

Wall Street, ovviamente, non ha mancato di cogliere l’occasione mettendoci una pioggia di denaro. Ad esempio Blackstone, primaria società di private equity, ha acquistato Exeter Finance nel 2011, entrando così pesantemente nel settore dei finanziamenti per le auto. Poi sono entrate anche società di gestione del risparmio come Perella Weinberg, che è diventata partner di CarFinance Capital.

Fino a questi ingressi, i finanziamenti per le auto erano in gran parte di dominio di piccole società finanziarie private che operavano a livello regionale. Wall Street entra su questo mercato per vari motivi come vedremo ma soprattutto perché, nonostante le disposizioni statali, è ancora possibile caricare fino al 19% di interessi sui prestiti a persone “allegramente” affidate. Ecco nascere le “auto subprime”.

Qualsiasi gruppo bancario prende quindi soldi a tassi oggi infinitesimali e li presta a un acquirente di auto subprime al 19%. Diciamo che c’è di che coprire i costi aziendali e qualche perdita su crediti inesigibili, non trovi? Soprattutto, esattamente come accaduto per i mutui, questi prestiti possono essere impacchettati e venduti ad altri investitori o al popolo nuovamente ignaro sotto forma d’investimento interessante.

subprime-crash-collasso-finanziario-liberta-finanziariaInsomma, per quanto pazzesco possa sembrare, siamo nuovamente al “fai leva finanziaria”, poni così le basi per un piccolo boom nel settore auto e…. hai creato un nuovo potenziale fenomeno subprime.

E così, lo scorso anno, dopo tre anni di crescita degli importi medi dei prestiti erogati, il crollo delle garanzie minime per ottenere i finanziamenti e ampliando i termini di durata possibile dei prestiti stessi, ecco che i prestiti auto subprime costituiscono oggi più di uno su quattro dei prestiti concessi. Non sorprende quindi che, ben 18 miliardi di dollari di prestiti auto sono stati cartolarizzati e venduti agli investitori, spostando così verso altri il rischio di credito. Suona familiare, vero? Il seguito, suona ancora più familiare….

Standard & Poor ha pubblicato un rapporto a fine Febbraio 2014 avvertendo che i prestiti auto subprime cominciano ad andare male ad un ritmo preoccupante, pur essendo in crescita l’occupazione e le attività economiche.

Ora come sempre, affinché non ti sembri pura follia, devi provare a chiederti: chi aveva interesse a pilotare un boom nel settore auto, in modo ingannevole, riutilizzando il metodo subprime? Chi aveva da guadagnare da un elevato picco delle vendite di auto nel breve termine?

Le banche paiono ovviamente una scelta ovvia, anche considerando che alcune finanziarie al consumo di proprietà delle banche sono state vendute “al pubblico” nei primi giorni di quest’anno, nonostante i più alti tassi medi di default sui prestiti auto della sua storia.

Ancor di più, chi altro poteva essere interessato a gonfiare selvaggiamente le vendite di auto per alcuni anni? Pensaci bene….

Quando la General Motors è andata in bancarotta, Il governo federale ha investito circa 50 miliardi di dollari nella società per tenerla in piedi. Aveva qualche interesse a rientrare di questo fiume di denaro? E poi c’erano i sindacati… 30 miliardi dollari tra fondo assistenza e pensioni …. con una valanga di azioni GM in pancia che rischiavano di non valer più nulla. Il fondo pensione è rimasto completamente incontaminato dal fallimento, a differenza di ogni altro fallimento nella storia americana ove, normalmente, i fondi pensione sono stati trattati come tutti gli altri creditori non garantiti. I sindacati e il governo, sono stati ripagati per intero attraverso varie modalità legate alle nuove quote azionarie, mentre altri creditori legittimi della società sono stati affossati.

Già proprio le quote azionarie, azioni che nessun valore avrebbero avuto se GM non fosse stata nelle condizioni di ricominciare a vendere un sacco di automobili. In quelle condizioni di mercato, per produrre un boom negli acquisti delle auto, serviva però un sacco di credito.

Le banche si sono mostrate ben felici di poter aiutare. I prestiti per le auto in circolazione sono cresciuti del 22% ma non è questo il dato importante, è la tipologia dei prestiti che è cambiata, il vero dato. Proprio come visto con i mutui nei primi anni 2000, i prestiti auto sono passati dall’essere relativamente sicuri a essere sicuramente privi di senso. Il valore medio di questi prestiti (più di 26 mila dollari), è il più grande mai registrato e la percentuale di subprime è ormai a livelli record (27% di tutti i prestiti auto), ovvero, il doppio della quantità di subprime che cerano sul mercato automobilistico nel 2009.

Gli americani in questo periodo devono più di 800 miliardi dollari per le loro auto e camion, il 34 % di questo debito è di crediti subprime e un altro 10% è dovuto a crediti “deep subprime”.

Nessun banchiere esperto si terrebbe in bagno questo tipo di carta igienica. Così quasi 18 miliardi dollari di questi prestiti sono già stati oggetto di cartolarizzazione. Queste cartolarizzazioni spostano il rischio di credito lontano dalle case automobilistiche e dalle società finanziarie verso gli investitori, cioè tendono a separare il sottoscrittore del prestito dalle conseguenze di un default, esattamente quanto accadde nella bolla immobiliare.

Se la storia dovesse quindi ripetersi, accadrebbe che, i defaults inizierebbero improvvisamente a salire. Seguirebbero perdite sui crediti. I prezzi delle auto usate crollerebbero per la presenza di sempre più automobili in asta. Poi sempre più acquirenti di auto troverebbero improvvisamente il credito non più disponibile e sempre più veicoli inizierebbero ad accumularsi presso i concessionari….

Sia ben chiaro che in questa ipotesi, le perdite sui crediti non sono ancora diventate critiche. Se però le cose continueranno in questa direzione, ci si potrebbe arrivare. Ancora dal report Standard & Poor: “L’aumento della concorrenza tra i finanziatori ha portato ad allungare i termini dei prestiti e l’aumento del loan- to-value ratio, entrambi i quali, in genere, si traducono in maggiori perdite”.

Dalla relazione annuale di General Motors possiamo inoltre rilevare che: “In Nord America, subprime è generalmente definito come un prestito con un mutuatario che ha un punteggio FICO inferiore a 620. Al 31 dicembre 2013 l’84% dei crediti al consumo sono erogati a persone con punteggi inferiori a 620”.

Quasi il 90% dei clienti di GM sono subprime (22 miliardi di dollari!). L’ammontare del credito GM offerto agli acquirenti di auto è più che raddoppiato nel corso del 2013. L’importo totale del debito sulle auto GM è aumentato di oltre 12 miliardi dollari in un anno. L’importo dei prestiti GM in default è quasi raddoppiato in due anni.

Quello che sta succedendo a GM è un microcosmo di ciò che è andato storto negli States della ripresa economica basata sulla stampa continua di denaro. GM è una società completamente dipendente dal finanziamento del debito gestito dai nuovi proprietari (il governo e il sindacato), che sono ben felici di bruciare risorse mentre accumulano obblighi per le generazioni future.

Tutto questo spiega il boom che abbiamo visto nella vendita di auto negli States negli ultimi tre anni e, questa nuova esplosione del debito, basata sulla concessione insensata di credito, spiega perché i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre la classe media sta scivolando sempre più verso il basso.

Trovi realmente grandi differenze rispetto a quanto sta accadendo in Europa e in Italia?

Ipotizzare ora lo scoppio di questa bolla del credito appare estremamente difficile perché questo comportamento irrazionale potrebbe andare avanti molto più a lungo di quanto si possa prevedere grazie al minor impatto rispetto all’immobiliare e, soprattutto grazie alla continua stampa di valuta. Magari ne riparleremo tra un paio di anni da oggi…

Ciò che conta quindi è sempre quello che tu puoi fare avendo chiare certe dinamiche, sapendo che gli uomini spesso non imparano dalle esperienze negative e che tu puoi proteggerti da questi rischi solo attraverso lo sviluppo della tua intelligenza finanziaria.

Che ci sia o no un altro crash subprime alle porte quindi, meglio che tu agisca subito:

  1. Impara immediatamente a gestire correttamente il denaro e il tuo Budget personale/familiare
  2. Smetti di contrarre debiti che producono costi o spese futili e opera per estinguere velocemente quelli che hai
  3. Risparmia costantemente ma non per depositare ricchezza in denaro di carta
  4. Proteggiti convertendo una piccola parte di quello che possiedi in valuta di carta, in oro fisico
  5. Investi su te stesso per migliorarti o per avviare attività professionali e imprenditoriali legate alle tue passioni e attitudini (dove quindi puoi produrre il massimo dei risultati)
  6. Fai crescere la tua intelligenza finanziaria e quando sarai in grado di fare le giuste valutazioni, investi sui mercati in indici, fondi, etf o azioni di imprese solide legate a settori inattaccabili ed in grado di distribuire sempre dividendi
  7. Impara a investire in immobili acquistandoli al momento giusto nei paesi giusti
  8. Orientati sempre verso il Cash Flow

Alla tua prosperità finanziaria, un abbraccio

Jacque$ Jump

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6 commenti

  1. numeri, dettagli, analisi…. queste cose dovrebbe trovarsi sui giornali…. grazie per le info che ci dai!

  2. tanta roba…. davvero tanta roba… fa riflettere su quanto certe persone se ne freghino degli errori già fatti ma continuino a giocare sulla pelle degli altri.

  3. Grazie Jacquet$ illuminante davvero.

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